La richiesta di una seconda opinione riguardo il piano di trattamento è la norma negli USA e si sta estendendo anche nel nostro Paese.

In Nord America è invalsa la pratica di chiedere una seconda opinione direttamente al proprio curante.

Tale richiesta è ben vista e addirittura caldeggiata dai terapeuti poiché permette di mantenere nel tempo la fiducia dei pazienti trattati.

A volte alcune incomprensioni possono minare il rapporto medico-paziente. Spesso lo stesso problema può’ richiedere differenti soluzioni e differenti costi e se non ampiamente informato, il paziente può’ vivere la cosa come una sgradevole forzatura.

In Italia la maggior parte delle cause contro medici e dentisti si risolve con una loro assoluzione in oltre il 90% dei casi.

Esiste una colpa medica  solo nel 10% della casistica. La seconda opinione serve anche ad evitare l’insorgere di questi malintesi, spesso dovuti ad una mancata comunicazione tra le parti. Cio’ determina un’errata percezione del risultato ottenibile. Nella maggioranza dei casi la lagnanza non è dovuta ad un errore ma ad una “normale” complicanza che probabilmente non è stata sufficientemente spiegata al paziente.

Il secondo consulto permette di chiarire i dubbi rimasti al paziente, di valutare le eventuali alternative e di permettere un consenso davvero informato: unico antidoto al malcontento a posteriori e alla pletora di inutili cause per malpractice. 

La richiesta di un secondo consulto non è un accaparramento del paziente, poiché viene solo informato in modo esaustivo in merito alle terapie alternative possibili.

La situazione cambia in presenza di un danno oggettivo al paziente, nel qual caso non si parlerà’ di secondo parere ma di prima visita per una relazione sintetica del danno subito con  eventuale sua quantificazione ( perizia in ambito  risarcitorio). 

La visita per seconda opinione, invece, riguarda la stesura di diversi piani terapeutici per la risoluzione del problema presentato dal paziente. Con  spiegazioni  riguardanti la durata della terapia ed i  suoi costi, nonché le probabilità’ di riuscita. Niente in medicina ha il 100% di successo.

La seconda opinione permette al paziente di continuare le cure in serenità’ riacquistando la fiducia nel proprio curante, o di interromperle per intraprendere la via piu consona per le sue esigenze ( in senso economico, psicologico e biologico), mantenendo un rapporto ottimale con il curante e bloccando sul nascere eventuali incomprensioni e malintesi che potrebbero sfociare in una causa inutile ma sfibrante per entrambe le parti.